Recensione Io sto con Marta! Giorgio Ponte

“Dedicato a tutti coloro che lottano per realizzare un sogno”. Questo il sottotitolo che mi ha spinto a leggere (e recensire) “Io sto con Marta!”, romanzo d’esordio di Giorgio Ponte. Io sto con Marta! è un lungo e vivido racconto di 400 pagine dedicato a tutti quelli che ogni giorno lottano per realizzare il sogno più importante della vita: avere un lavoro.

E non un lavoro qualunque, ma quello sicuro, con una retribuzione dignitosa e in linea con le proprie aspirazioni. Lo stesso cercato e inseguito dalla protagonista, la 29 enne Marta Barbieri, siciliana di Palermo, che, dopo una laurea umanistica, si trasferisce a Milano per sostenere un colloquio con una casa editrice. Il colloquio, però, è il primo di una lunga serie di deludenti esperienze professionali.

Da quel momento, Marta Barbieri diventa la giovane precaria con un talento naturale per i disastri, lavorativi ed esistenziali.

Attraverso un personaggio buffo e tragicomico, Marta, appunto, Giorgio Ponte regala al lettore un’analisi lucida e spietata del mercato del lavoro in Italia, sfatando il mito della leggendaria Milano, dove, “se vuoi un lavoro si trova” e dove “tutti trovano sempre un lavoro”.

Milano, come altre città italiane, viene descritta in chiaroscuro, con le sue bellezze paesaggistiche che vanno al di là del Duomo e con tutto ciò che resta di una metropoli duramente segnata dalla crisi finanziaria del 2008, dai suoi licenziamenti e dalle sue delocalizzazioni. Ecco perché, con Marta Barbieri, talvolta si ride, ci si commuove e si riflette sul disagio interiore (ed esteriore) di una generazione a cui è stato rubato tutto. Non solo il lavoro, ma anche il futuro.

 La trama è di quelle che colpiscono il cuore e l’anima di un’ampia categoria sociale: i giovani precari. Sfruttati, malpagati e perennemente in cerca di un lavoro stabile.

Marta ci trascina con leggerezza in un mondo fatto di lavori non retribuiti, difficoltà e preoccupazioni, dove in fondo al tunnel della disperazione, si scorge, se non un po’ di luce, almeno qualche sorriso.

Io sto con Marta! sdrammatizza la tragedia della disoccupazione e del precariato, invitandoci a non prenderlo e a non prenderci mai troppo sul serio, perché, in fin dei conti, siamo tutti sulla stessa barca.

Si fa fatica a non riconoscersi nella protagonista. Come tutti, Marta coltiva il sogno di trovare un lavoro fisso, ma, soprattutto, il lavoro dei sogni, un diritto negato in una società ormai disillusa.

In Io sto con Marta! tutti hanno un sogno. C’è chi vuole fare la modella e fa la gelataia, chi sogna una carriera da vetrinista e lavora a cottimo in un’azienda che non c’entra nulla con gli studi e le esperienze fatte. E così, in quest’oceano di sogni infranti, il romanzo segue un ritmo irrefrenabile, con una scrittura spiritosa che ti costringe a leggerlo tutto d’un fiato.

Al lettore attento, però, non sfugge qualche strafalcione, come la piazza di Milano “ghermita” di persone al posto di “gremita”. I due termini significano due cose differenti:” ghermita” significa “afferrata”, ”gremita” significa “affollata”.

Autopubblicato in versione e-book nel 2013 e poi da Mondadori nel 2014, il libro Io sto con Marta! è diventato un vero e proprio caso editoriale. A poche settimane dall’uscita, il romanzo ha fatto registrare migliaia di download, tanto da attirare l’interesse della prestigiosa (?) casa editrice Mondadori.

Se mi fossi trovata al posto dell’autore, con un e-book autopubblicato che vende, da solo, migliaia di copie, avrei evitato la casa editrice. Ma, si sa, nessuno può resistere al fascino classico dell’editore

Io sto con Marta! non diventerà il romanzo del secolo, ma, certamente, è il manifesto letterario di un’intera generazione. Il messaggio che traspare nel finale non mi è piaciuto, purtroppo, ma forse era voluto…  L’opera, infatti, si muove nel campo della fiction, quindi del romanzo, dove la fantasia e le situazioni paradossali servono a creare un mondo verosimile, ma non reale.

Le regole della recensione mi vietano di svelare il finale del libro. Se deciderai di leggerlo, scoprirai un romanzo, che, nella sua tragicomica conclusione, è dedicato davvero a chi crede nei propri sogni e lotta, ogni giorno, per realizzarli.

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